L’elegante principe del gothic rap italiano Trunchell, Etc., torna con “Camera n9”, il suo nuovo singolo
Ritrovare la propria luce interiore attraverso l’impervio cammino nell’oscurità è, sin dall’esordio, la mission principale delle pubblicazioni del misterioso e ormai iconico principe del gothic rap italiano Trunchell, Etc., che, dopo aver stupito per la profonda incisività della sua scrittura in brani come “Emily Norton” e “Truman Show” ed aver dato prova di un eclettismo capace di rimanere fortemente identificativo in “Braille”, torna nei digital store con “Camera n9” (PaKo Music Records/Visory Records/Believe Digital), singolo da cui si evincono nuove sfumature della sua sfaccettata visione artistica.
Scritto dall’efficace e penetrante penna del cantautore lucano d’adozione lombarda durante il primo lockdown, il brano è un impetuoso lancio tra gli abissi dell’anima, alimentato dalla ricerca di un’unica ed imprescindibile verità, quella di scoprire e perseguire la propria natura, la propria autenticità, oltre ogni convenzione e apparenza.
La scelta del titolo, come sempre frutto della sensibilità e della ricerca introspettiva e iconografica del suo autore, connette e correla il numero 9, l’unico i cui multipli coincidono ad esso stesso, all’importanza di prendersi cura e tempo per se stessi, perché è solo imparando ad accettarci prima e ad amarci poi, che potremmo, concretamente, accettare ed amare chi ci circonda.
In un’incredibile e sorprendente analisi del proprio vissuto, Trunchell, Etc. scava nel passato – «vedo questi occhi intrisi di ricordi, in braccio ai miei nonni misi dei rimorsi» – con una finezza esplicativa degna di nota che attraversa e ripercorre esperienze e fotogrammi per giungere ad un presente in cui la sofferenza – «nei miei occhi sempre il mio dolore la mia penna è testimone» – può essere trasformata in rinascita mediante la presa di consapevolezza di fragilità e punti di debolezza, che cessano così di rassomigliare a demoni da combattere – «angeli del male come Vallanzasca annegano me in una fottuta vasca» – per diventare compagni di un viaggio – «Signora Paranoia, portami via di qua» – lungo tutto una vita, la cui destinazione è la conoscenza dell’altro – «Portami in un mondo dove le parole non sono volti, ma sono persone» – attraverso la conoscenza di sé – «Il buio cadrà sempre altrove, game over. Passa da me: camera 9».
«“Camera n9” – dichiara l’artista – è uno dei brani a cui tengo maggiormente, perché rappresenta una sorta di rinascita personale, una ritrovata cognizione del proprio Io. Il numero 9 è l’unico i cui multipli si riducono sempre e comunque ad esso (9×2=18 – 1+8=9; 9×3=27 – 2+7=9, ecc…) e l’ho scelto proprio per sottolineare quanto sia importante prendersi del tempo da dedicare a se stessi; quanto, l’amarsi, sia indispensabile per poi poter amare gli altri».
Prodotto dall’esperto tocco del fidatissimo Gaedi, in sinergia con Elle e Lorenzo Laruina, “Camera n9” accompagna l’ascoltatore nel complesso e a tratti controverso universo di Tunchell, Etc., che rispecchia il multiverso emozionale insito in ciascuno di noi, invitandolo ad accedere ai luoghi più sperduti dell’anima, per conoscerne e comprendere la vera essenza.
Un brano intenso, capace di smuovere, sin dall’attacco, le più profonde corde del cuore, con cui l’elegante e tenebroso principe della scena italiana non soltanto riconferma una sensazionale abilità autorale, ma identifica il punto di incontro tra Francesco, persona, e Trunchell, Etc., personaggio, per esorcizzare il malessere tramite la sua contemplazione, l’unica via per imparare a conviverci e, da lì, rinascere.