I Factanonverba ci riportano alla dimensione conscious del rock con “Diversi Da Chi”, un inno al valore delle peculiarità personali
Cos’è la diversità se non un arricchimento della nostra preziosa unicità individuale? E, da cosa, da chi, siamo, ci sentiamo o ci dicono essere diversi? È da questi incessanti e sempre più complessi quesiti che lo stimatissimo duo rock sardo Factanonverba, dopo il successo di “Impossibile” (ne abbiamo parlato qui), ha dato vita a “Diversi Da Chi”, un concentrato di profonde riflessioni sulla società contemporanea, impetuosamente riversato su un solidissimo alveo sonoro innovativo e frizzante.
Atmosfere rock attualissime, vividamente intrise di ombre e luci, fungono da perfetta culla ad un testo traboccante di verità, generando uno spaccato cristallino e sincero sulla società moderna, sempre più incline ad enfatizzare le differenze, dietro l’evanescente maschera di un’uguaglianza che, ancora – e forse più che mai – oggi, assume sempre più le sembianze dell’emarginazione.
A mezz’aria tra una rivoluzione sonora dai tratti futuristici ma sempre fedele all’energia del rock made in Italy e considerazioni realistiche impeccabilmente tradotte in liriche, i Factanonverba delineano, in poco meno di 4 minuti, lo scenario quotidiano in cui tutti noi siamo immersi, quel contesto socio-culturale costantemente frammentato e confuso in cui ciascuno di noi è inserito e da cui continua a trarre nozioni ed osservazioni in netta antitesi: da una parte, la valorizzazione delle differenze personali come chiave di arricchimento soggettivo e collettivo, dall’altra, la discriminazione, sempre più aggressiva e brutale, nei confronti di chi e tutto ciò che non si identifica – o che non siamo in grado di rappresentare – con quella che comunemente definiamo la nostra realtà.
«Giudizi assurdi ormai lasciano il segno, parole ruvide, gesti di sdegno»; «rischiare di non essere capiti nascondersi tra cumuli e detriti»: frasi che incidono e risuonano dentro, proprio come le lame metaforiche capaci di ferire e trafiggere coloro che vengono additati con disprezzo per le loro peculiarità, giungendo ben al di là dell’orecchio che è disposto ad ascoltarle senza limitarsi ad una vana percezione uditiva, per scavare nel profondo e risvegliare quel senso di unione che è possibile realizzare e cogliere proprio grazie alle meravigliose prerogative e tipicità personali.
Un’esclusività, quella insita in ciascuno di noi, che occorre valorizzare deponendo le insidiose armi dell’invidia e della prevaricazione, tenendo a mente che individualità e singolarità non collimano con individualismo e tracotanza, bensì con la possibilità di condividere con chi ci circonda le nostre esperienze, le nostre idee, le nostre prospettive e le nostre inclinazioni, per la costruzione di un futuro in cui ciascun essere umano si senta effettivamente libero di esprimersi e, ancor prima, accettato, come gli stessi artisti spiegano:
«Questa canzone nasce da diverse considerazioni sul concetto di uguaglianza, forse uno di quelli di cui più si abusa dall’età moderna in poi, senza però comprenderne il vero significato. In natura non esiste l’identico, ma solo il simile, dunque la diversità deve essere considerata come un arricchimento e non uno stigma. La cronaca, invece, ci mostra che il concetto di identità, ovviamente distorto nel suo significato, ha segnato le più grandi atrocità della storia, dalle persecuzioni razziali e religiose, ai manicomi, dalla mortificazione della donna alle odierne forme di cyber bullismo, stalking etc. Il brano tratta il tema della differenza per evidenziare come sia ancora molto lunga e in salita la strada da percorrere, non solo per acquisire alcuni diritti fondamentali in uno Stato che si reputa laico, ma per mutare la mentalità di una grande maggioranza di persone, che ancora non riesce ad accettare l’idea che, davanti alla Legge, dobbiamo essere tutti uguali, indipendentemente dal nostro orientamento, sessuale, religioso e così via».
La release è inoltre supportata dalla sua versione strumentale, intitolata “Diversi da chi Remix”, scelta come colonna sonora di “Problemi tuoi”, splendido cortometraggio, diretto da Austinu D’Antonio, anch’esso dedicato al tema della differenza, in particolar modo, quella di genere.
Con oltre 20 anni di gavetta in precedenti formazioni alle spalle, Paolo Vodret (basso e arrangiamenti) e Marco Calisai (voce, chitarra, synth e arrangiamenti), in un solo biennio dalla genesi dei Factanonverba, hanno dimostrato come la musica rock, emblema per eccellenza di fusioni melodiche e sonore, possa ancora trattare argomenti scomodi e complessi con il vigore dell’autenticità, ritagliandosi uno spazio sempre maggiore nella scena italiana.
“Diversi Da Chi” anticipa il primo EP del duo sardo, attivissimo in studio con più di 41 canzoni scritte ed autoprodotte in soli due anni, pronte per essere ascoltate da chi, oggi, come ieri, cerca la sostanza oltre l’apparenza, anche nella musica.