Ginevra, il “cerbiatto” del pop-punk italiano, torna a conquistare orecchie e cuori con “Heartbroken”, il suo nuovo singolo

Una voce che irrompe con delicatezza e, senza chiedere il permesso, attraversa l’anima: questa è Ginevra, all’anagrafe Ginevra Abrignani, cantautrice veneta classe 1993 che dopo due fortunati album con gli Jansheer ed un percorso solista ricco di importanti traguardi, torna nei digital store con “Heartbroken”, il suo nuovo singolo.

Meravigliosamente descritta «Un cerbiatto che canta l’amore e le sue distorsioni» dai giornalisti Francesco Bommartini e Gianni Della Cioppa nel loro libro “Verona Rock” (Delmiglio Editore, 2016), Ginevra è un caleidoscopio di note e colori che si veste di classe e sentimenti per riflettere i molteplici aspetti del cuore.

In questo brano, sorretto soltanto dall’intensità della sua voce e avvolto dal tenue e delicato abbraccio della chitarra acustica che sfocia, dopo il primo ritornello, in un incantevole intreccio di basso e batteria, l’artista fa fluire, con disarmante eleganza e lucidità, i battiti interrotti dall’eco di un addio – «You put a mess inside of a girl’s heart» -, espressione di tutte quelle ferite che ci lacerano e ci consumano dentro, scolorendo i sorrisi e recidendo i legami che cessano di rappresentare casa, per divenire fredde ed asettiche gabbie in cui deporre i frammenti di un cuore spezzato.

Un acoustic pop-rock potentissimo, impreziosito dal perfetto mix tra la vocalità delicata e l’attitude punk di Ginevra, che tra le irresistibili sfumature dal forte richiamo d’Oltreoceano di inizio secolo, dipinge il suo autoritratto per osservarsi da un’altra prospettiva, catturando nuance e frame di una se stessa interrotta, sospesa e bloccata tra pareti di cristallo infrante, per provare a rinascere oltre il dolore, oltre il sofferto ma necessario addio ad un amore unilaterale, non corrisposto.

«”Heartbroken” – dichiara la cantautrice – racconta del disagio e del turbamento che si provano quando si vive un amore a senso unico. Parla delle difficoltà di indossare continuamente maschere e interpretare un ruolo per non far trasparire il proprio malessere e di come, per quanto ci ferisca, quel sentimento sia al contempo ossigeno per la nostra vita».

Un pezzo che nella struggente e malinconica afflizione dei suoi versi, si fa spazio tra le crepe del nostro sentire, grazie al sound leggero e raffinato, per lenirle e mitigarle con il fine tocco della verità, la presa di consapevolezza che l’amore vero non distrugge ma edifica e la promessa di costruire, dopo un imprescindibile e liberatorio sfogo, un domani in grado di porre noi stessi al centro di quel cuore che abbiamo il compito di proteggere e tutelare.

Dopo l’immersione nel gothic-punk di “Sola solita” e nel respiro etereo di “Anelito”, Ginevra torna a prestare la sua voce all’immediatezza della lingua inglese, riconfermando e avvalorando la versatilità della sua scrittura ed un’incredibile capacità di destreggiarsi, con naturale eleganza, tra generi e interpretazioni completamente differenti, mantenendo come unico filo conduttore il nucleo pulsante della sua cifra stilistica, una voce che sa essere al tempo stesso angelica e penetrante, delicata e graffiante, una carezza in grado di graffiare l’anima per tornare ad amare oltre l’amore.

“Heartbroken” segna un nuovo importante tassello nel pittoresco percorso artistico di Ginevra, che tornerà in primavera con un’imperdibile collaborazione con il rapper vicentino Fronzy Vincent e, a fine anno, con l’atteso debut EP solista: 5 tracce in chiave folk-acustica, realizzate in sinergia con l’abilità creativa dei producer veronesi di Discover Underground.

Biografia.
Ginevra, all’anagrafe Ginevra Abrignani, è una cantautrice veneta classe 1993. A soli 14 anni scrive la sua prima canzone e inizia il suo percorso artistico come frontwoman degli Jansheer, con cui pubblica due dischi di successo raggiungendo importanti traguardi, venendo meravigliosamente descritta “Un cerbiatto che canta l’amore e le sue distorsioni” dai giornalisti Francesco Bommartini e Gianni Della Cioppa nel loro libro “Verona Rock” (Delmiglio Editore, 2016) e dando vita, parallelamente, al suo percorso solista. Lontana da etichette e dalle classificazioni in generi musicali, è possibile inquadrare le sue composizioni nell’indie, per la sua sfrenata voglia di indipendenza e ribellione che si evince dalla fecondità di una scrittura musicale fulgida, veloce ed istintiva, paragonabile, iconograficamente, ai quadri figli del Futurismo. Per Ginevra la musica è una vera e propria terapia, con cui emana e trasmette la sua crisi identitaria mediante improvvisi ed efficaci cambiamenti di stile, che ne avvalorano l’aura criptica e misteriosa, ma al contempo la personalità istantaneamente riconoscibile, anche grazie ad una vocalità unica, forte e fragile al tempo stesso, che permea e veste di struggente eleganza ogni release. Ginevra è fuori dal mondo ma totalmente immersa nei suoi scatti di scrittura musicale, ove è percepibile il suo demone interiore; Ginevra è un caleidoscopio di note e colori che si veste di classe e sentimenti per riflettere i molteplici aspetti del cuore.

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