VMC racconta la sua lotta contro i demoni interiori in “Broken Dawn”
In una scena musicale che troppo spesso evita le verità più scomode, VMC, dopo aver affascinato il pubblico con l’horrorcore tra realtà e fantascienza di “Nellie (from Hill House)”, torna con “Broken Dawn” (PaKo Music Records), il suo nuovo singolo che affronta senza filtri il demone della depressione.
L’artista romano, con la sua incredibile potenza espressiva, ci offre una testimonianza cruda e autentica della lotta contro il dolore e la ricerca di significato, dando voce a domande esistenziali, interrogativi spesso inespressi che toccano le sfere più intime della nostra esistenza.
“Broken Dawn” fonda le sue radici nell’anima tormentata di VMC. Ogni verso, ogni rima, sono una ferita aperta, un urlo di sofferenza e un tentativo disperato di ottenere risposte. «I’m tired of waking up, uh, life’s not worth it. Another loss, another day in pain, my soul’s torn in» («Sono stanco di svegliarmi, la vita non ne vale la pena. Un’altra perdita, un altro giorno di dolore, la mia anima è lacerata»), recita uno dei versi più struggenti e toccanti del brano, trasmettendo istantaneamente la complessa esperienza quotidiana di chi combatte con la depressione. La scelta del titolo, “Broken Dawn”, letteralmente “Alba Spezzata”, è emblematica: l’alba, simbolo di un nuovo inizio, è frammentata, distrutta fin dalla nascita, rappresentando un’esistenza marcata dalla sofferenza fin dai primi respiri di vita.
Nonostante la tematica cupa e purtroppo più attuale che mai, la traccia non è priva di speranza. “Broken Dawn”, infatti, incoraggia alla resilienza, al coraggio di continuare a combattere anche quando sembra che tutto sia perduto. VMC riversa il suo dolore sul bianco e nero delle pagine, trovando nella scrittura un’ancora di salvezza: «I pour my darkness on pages, that’s my salvation. Only way I feel alive, fighting my damnation» («Verso la mia oscurità sulle pagine, quella è la mia salvezza. L’unico modo in cui mi sento vivo, combattendo la mia dannazione»). La musica diventa così un mezzo per affrontare e superare i demoni personali, donando al contempo conforto e comprensione a chi ascolta.
Realizzato presso i Downtown Studios con la produzione di Simone Giorgi e la musica di Ciro Sgo, “Broken Dawn” rispecchia fedelmente la cifra stilistica emotiva di VMC. Il tappeto sonoro, curato nei minimi dettagli, crea un’atmosfera densa e avvolgente, che sorregge e amplifica il messaggio del testo. Ciascuna nota è carica di emozioni viscerali, che guidano l’ascoltatore nell’intricato labirinto della mente.
Il ritornello, ripetuto come un mantra ossessivo, è un quesito angosciante ma necessario: «If I died, would I have a choice? Would I live forever, or would I be just frozen?» («Se morissi, avrei una scelta? Vivrei per sempre o resterei semplicemente congelato?». VMC esprime così la lotta per trovare un senso, per essere ascoltati e compresi in un mondo che spesso ignora il dolore altrui. Questo grido di disperazione è anche una richiesta di aiuto, un appello alla solidarietà, un invito a riconoscere e affrontare insieme le battaglie interiori che possono avvolgere in una fitta coltre di nebbia chiunque, in qualsiasi step del proprio cammino terreno.
“Broken Dawn” non è quindi solo un affresco sul dolore, ma anche un’esortazione alla riflessione e alla guarigione. È un percorso tra hardcore rap, horrocore e poesia che conduce a confrontarsi con le proprie paure e a trovare una luce nell’oscurità. VMC utilizza la musica come uno specchio, riflettendo i conflitti interiori che molti affrontano quotidianamente e indicando una via per rinascere più forti da ogni cicatrice.
La sensazione di essere intrappolati in un destino doloroso, perfettamente racchiusa nel verso «In the shadows you wander, loaded with regret. Conceived in blackness, a fate you cannot accept» («Nelle ombre vaghi, carico di rimpianti. Concepito nell’oscurità, un destino che non puoi accettare»), non è un mero e passivo atto di rassegnazione, ma un richiamo a trovare dentro di sé la forza per riconoscere le proprie vulnerabilità, perché è solo conoscendo i propri limiti che è possibile superarli, trasformando la sofferenza in un percorso di crescita e miglioramento.
«Con “Broken Dawn” – dichiara VMC – ho voluto trattare i lati più oscuri della mia anima e della mia esistenza. È un brano che parla di dolore, ma anche di speranza. Attraverso la musica, cerco di dare un senso alla mia sofferenza e di offrire una mano a chi, come me, si trova a combattere contro i propri demoni. Questo brano è un invito a non arrendersi, a trovare una luce anche nelle situazioni più buie.»
Dal suo debutto nel 2020, il talentuoso rapper capitolino ha dimostrato di possedere un’incredibile capacità nell’affrontare temi complessi con sensibilità ed empatia. Con “Broken Dawn”, conferma il suo ruolo di voce autorevole nell’Horrorcore italiano, convertendo i demoni in guide e la paura in arte, e regalando a chi soffre un messaggio di forza e resilienza per il futuro.