Saba scava nel deserto dell’anima con “Haram”, un inno all’inclusività e alla libertà di essere se stessi
In un mondo musicale dominato da tendenze e cliché, l’eclettico cantautore olbiese Saba, all’anagrafe Salvatore Saba, continua a sfidare i confini per abbatterli, portando avanti la sua missione di libertà espressiva e guidandoci in un viaggio tra dune di melodie e versi intensi con “Haram” (Virgin Records Italia/Universal Music Italia), il suo nuovo capolavoro cuore-voce prodotto dal tocco inconfondibile di Cosmophonix Artist Development.
Dopo aver affascinato il pubblico con la sua versatilità, dimostrando di saper indossare con naturalezza ed indiscussa eleganza tutte le sfumature del pop – da quelle più elettroniche e sperimentali di “Offline” (feat. Spoli e Maury) ai ritmi rap di “Non ho più voglia“, fino all’innovativo intreccio con la cultura popolare di “Aymerich” (feat. Simonetta Spiri) – l’artista classe ‘97 torna a rivoluzionare la scena italiana con un brano il cui titolo, “Haram”, trae dalla lingua araba per indicare tutto ciò che è “proibito”, conducendoci a riflettere sul significato di individualità ed inclusione.
“Haram” è un’ode alla libertà di espressione e all’autenticità, una fusione di suoni audaci e liriche potenti che catturano istantaneamente l’essenza dell’identità personale e della lotta per essere veramente se stessi, unici nelle proprie meravigliose peculiarità, in un mondo che spesso etichetta ed emargina.
Saba, con la sua vocalità unica e ricca di colori, capace di racchiudere al suo interno tutto l’arcobaleno delle emozioni umane, ci racconta di un amore sbocciato nel cuore del deserto tra due persone molto diverse tra loro per classe sociale, che tra il timore dell’accettazione e la paura del giudizio, si allontanano a causa delle influenze esterne – «Mi porti a vedere le dune nel Sahara, ma mi lasci la mano se vedi le persone» -, dimostrando come a volte, nonostante i sentimenti d’amore arricchiscano e corroborino l’anima, i preconcetti, le critiche e la vergogna derivata da insensate classificazioni, ci impediscano di essere noi stessi e di vivere appieno le nostre vite.
La scelta del titolo, ha un significato profondo e rilevante: rappresentando tutto ciò che è vietato, si fa portavoce di un messaggio universale di speranza e resilienza potentissimo, che attraverso l’incredibile commistione sonora di modernità e richiami orientali plasmata dalla genialità dei producer dell’Artist Development di Cosmophonix, giunge direttamente nell’intimo di chi ascolta, diventando un inno per coloro che si sentono fuori posto e un mantra, una colonna sonora, per chi segue con coraggio la propria strada sfidando le convenzioni, nonostante le critiche e le sfide che, proprio come tempeste di sabbia nel deserto, tendono ad ostacolarli, offuscando il loro cammino e i loro obiettivi.
«Con “Haram” – dichiara l’artista -, ho voluto scavare nel profondo della mia interiorità e condividere una parte di me che forse non era mai stata così chiara. È una canzone che parla di rompere le regole, di andare controcorrente, di essere se stessi indipendentemente da ciò che ci circonda».
Una chiamata alla disobbedienza a tutto ciò che incatena anziché liberare, un grido coraggioso per risvegliare la propria natura e perseguirla senza il timore di venire giudicati, bollati da un’etichetta che altro non è che un velo volto a mascherare le paure di chi l’appone.
“Haram” è accompagnato dal videoclip ufficiale, una vera e propria opera d’arte visiva dal fortissimo impatto emotivo, che girato ad Olbia e diretto da Paolo Acquaviva, verrà presentato in anteprima nazionale su Sky TG24 il prossimo 22 Settembre.
Con questa release, e più in generale con il suo nuovo progetto, Saba, che si distingue come un faro di emancipazione, autenticità e ribellione, vuole dedicarsi ai diritti delle nuove generazioni, rappresentando al meglio la libertà di espressione e di vita di ognuno di noi.